Il giudizio universale
Questa pastiglia non la devo vomitare,
deve stare giù, fare tutto il suo effetto.
Vomitata,
andata perduta, con tutto il suo effetto.
Il dottore sorride e mi guarda
di sotto in su dagli occhiali,
tossisce come per schiarirsi la gola
e poi non parla.
Sorride di nuovo e poi parla:
”Anche la malattia è un percorso,
non vogliamo e non pretendiamo miracoli.
Non è vero?
Allora, piuttosto,
lo vogliamo trovare questo bandolo della matassa?
Ma soprattutto, recuperiamo la calma.
La calma porterà la necessaria lucidità
per trovare il bandolo.
Vedrà.
Adesso vada,
si distenda sul letto,
in camera sua,
non legga niente,
si concentri piuttosto sul respiro,
sulle medicine che ha preso
e poi respiri ancora, con calma.
Vedrà una volta imparato a respirare
sarà tutto più facile.
Una volta capito
che la danza è fatta di corpo
e che il corpo ha un peso,
imparato a gestire il peso,
metà del lavoro è fatto.
Ma adesso respiri, respiri con calma.
Cominciamo da qui, dal respiro”.
*
Le possibilità e le varianti sono infinite,
“Ti farebbe comodo finirla qui”
disse il gatto al topo
“No caro, troppo semplice,
mi voglio divertire ancora un po’,
voglio giocare di fantasia, con fantasia”.
*
Tutti mi vogliono vedere guarito
Nessuno mi chiede come sto.
Non era un cancro
la malattia prima di andarsene mi ha lasciato una domanda
“Cosa farai ora del tempo che ti è stato concesso?”
Roberta e Renato ti chiedono se scrivi un diario,
ed io rispondo: ”E’ questo”.
Ho visto Antigone per strada,
quella giovane
quanta tenerezza,
quanto è dura e difficile la sua sorte in questo tempo,
più dura e difficile dell’altra Antigone,
quella vecchia,
che di certo ha perduto la strada,
che di certo si è perduta.
Che di certo ha perso fratelli e marito.
Che cosa ne è stato,
che cosa è ancora,
che cosa è adesso
lo racconterà domani sera,
ed io ascolterò,
ascolterò paziente e devoto.
Nel passaggio d’acqua
fra una brocca e l’altra,
fra una bocca e l’altra,
ci sarà qualche goccia
anche per i miei pomodori.
Bello, rivoluzionario, anarchico e nonviolento.
“Cosa farai del tempo che ti è stato concesso?”
Guarderò il dirimpettaio che sta in mutande sul balcone
“Cosa farai del tempo che ti è stato concesso?”
Cercherò di immaginare come saranno i nuovi vicini
*
Sbattetela forte la coda,
è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
Sono i previsti ultimi colpi di coda.
Il 21 dicembre questo mondo finisce,
la guerra non sarà più splendente,
la pace non sarà più noiosa,
non ci saranno più finanze
solo bene comune,
non ci saranno più sognatori
perché sarà vero.
Sbattete forte la coda, è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
Sbattete forte la coda.
Sbattete forte la coda, è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
La risposta alla domanda di Alessandro è:
“ Non interrompere il flusso”.
La verità è non interrompere il flusso.
L’acqua una strada la trova sempre
L’azione da non fare è costruire un muro di cemento.
L’acqua una strada la trova sempre.
La verità è non interrompere il flusso.
Ali mercatali.
Alberi secolari,
e poi residenze, transumanze e vie.
Vie d’acqua, vie di terra, vie sante e per pellegrini.
E dopo?
Dopo la fine del mondo cosa c’è?
Cosa c’è?
Cosa c’è?
Cosa c’è?
C’è il GIUDIZIO UNIVERSALE.
deve stare giù, fare tutto il suo effetto.
Vomitata,
andata perduta, con tutto il suo effetto.
Il dottore sorride e mi guarda
di sotto in su dagli occhiali,
tossisce come per schiarirsi la gola
e poi non parla.
Sorride di nuovo e poi parla:
”Anche la malattia è un percorso,
non vogliamo e non pretendiamo miracoli.
Non è vero?
Allora, piuttosto,
lo vogliamo trovare questo bandolo della matassa?
Ma soprattutto, recuperiamo la calma.
La calma porterà la necessaria lucidità
per trovare il bandolo.
Vedrà.
Adesso vada,
si distenda sul letto,
in camera sua,
non legga niente,
si concentri piuttosto sul respiro,
sulle medicine che ha preso
e poi respiri ancora, con calma.
Vedrà una volta imparato a respirare
sarà tutto più facile.
Una volta capito
che la danza è fatta di corpo
e che il corpo ha un peso,
imparato a gestire il peso,
metà del lavoro è fatto.
Ma adesso respiri, respiri con calma.
Cominciamo da qui, dal respiro”.
*
Le possibilità e le varianti sono infinite,
“Ti farebbe comodo finirla qui”
disse il gatto al topo
“No caro, troppo semplice,
mi voglio divertire ancora un po’,
voglio giocare di fantasia, con fantasia”.
*
Tutti mi vogliono vedere guarito
Nessuno mi chiede come sto.
Non era un cancro
la malattia prima di andarsene mi ha lasciato una domanda
“Cosa farai ora del tempo che ti è stato concesso?”
Roberta e Renato ti chiedono se scrivi un diario,
ed io rispondo: ”E’ questo”.
Ho visto Antigone per strada,
quella giovane
quanta tenerezza,
quanto è dura e difficile la sua sorte in questo tempo,
più dura e difficile dell’altra Antigone,
quella vecchia,
che di certo ha perduto la strada,
che di certo si è perduta.
Che di certo ha perso fratelli e marito.
Che cosa ne è stato,
che cosa è ancora,
che cosa è adesso
lo racconterà domani sera,
ed io ascolterò,
ascolterò paziente e devoto.
Nel passaggio d’acqua
fra una brocca e l’altra,
fra una bocca e l’altra,
ci sarà qualche goccia
anche per i miei pomodori.
Bello, rivoluzionario, anarchico e nonviolento.
“Cosa farai del tempo che ti è stato concesso?”
Guarderò il dirimpettaio che sta in mutande sul balcone
“Cosa farai del tempo che ti è stato concesso?”
Cercherò di immaginare come saranno i nuovi vicini
*
Sbattetela forte la coda,
è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
Sono i previsti ultimi colpi di coda.
Il 21 dicembre questo mondo finisce,
la guerra non sarà più splendente,
la pace non sarà più noiosa,
non ci saranno più finanze
solo bene comune,
non ci saranno più sognatori
perché sarà vero.
Sbattete forte la coda, è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
Sbattete forte la coda.
Sbattete forte la coda, è quello che dovete fare,
è quello che ci aspettiamo da voi.
La risposta alla domanda di Alessandro è:
“ Non interrompere il flusso”.
La verità è non interrompere il flusso.
L’acqua una strada la trova sempre
L’azione da non fare è costruire un muro di cemento.
L’acqua una strada la trova sempre.
La verità è non interrompere il flusso.
Ali mercatali.
Alberi secolari,
e poi residenze, transumanze e vie.
Vie d’acqua, vie di terra, vie sante e per pellegrini.
E dopo?
Dopo la fine del mondo cosa c’è?
Cosa c’è?
Cosa c’è?
Cosa c’è?
C’è il GIUDIZIO UNIVERSALE.